20/10/2015
Le premesse della vigilia sono state rispettate in pieno e la 13° edizione della Rok Cup International Final si è chiusa con un bilancio formidabile. In primis vanno citati i quattro campioni (la Mini Rok è sub judice) Szymon Szyszko (Rok), Giacomo Pollini (Shifter Rok), Danny Carenini (Junior Rok) e Danilo Albanese (Super Rok).
Quattro strepitosi campioni che hanno avuto la meglio su 350 Campionissimi Rok, accorsi da 35 paesi e 5 continenti, per puntare ai titoli che più contano al mondo per ogni Rokker.
La settimana della Rok Final, che ha nel circuito South Garda di Lonato (Italia) la sua location perfetta, si è svolta all’insegna del sano e gioioso spirito sportivo. La tensione è salita con un perfetto crescendo, sino a raggiugere il culmine più alto nel corso delle finalissime del sabato pomeriggio ed è scesa nuovamente per il Rok Party, nel corso del quale si sono svolte le premiazioni.
I CAMPIONI SCELGONO I CAMPIONI ROK.
Nel brulicante paddock della Rok Final non sono mancati campionissimi del volante, disponibili a firmare autografi, rilasciare interviste e seguire lo spettacolo fuori e dentro il tracciato. Hanno stretto mani e dato consigli, gli assi del calibro di Ralf Schumacher (pilota F1 e DTM), Jarno Trulli (pilota F1 e Campione del Mondo ed Europeo Karting), Giorgio Pantano (pilota F1 e IndyCar), P.J. Jones (pilota NASCAR, IndyCar, Daytona Prototipe), Alessandro Piccini (Campione del Mondo ed Europeo Karting), Johnny Mislijevic (Campione del Mondo ed Europeo Karting), Marco Ardigò (Campione del Mondo ed Europeo Karting) e Karol Basz (Campione del Mondo Karting).
GARE
JUNIOR ROK. CARENINI DI TRAVERSO TRA WHITE E PAGANO.
Il campione Rok Italia Francesco Pagano (ITA) sigla subito la pole e riesce a spuntare la prima posizione al termine delle heats, con un successo e due piazzamenti all’attivo.
Danny Carenini (ITA), Nigel De Sanctis (ITA), Maciej Szyszko (POL) e Stuart White (ZAF) sono gli altri vincitori delle heats, con il futuro campione Carenini capace di imporsi due volte.
Al top non mancano Alessandro Giardelli (ITA), Nicola Abrusci (ITA), Skeed (ITA) ed il campione uscente Michal Kasiborski (POL).
In pre finale Carenini attende sino all’ultimo, lascia sfogare prima Pagano e, poi, Giardelli, prima di piazzare il sorpasso che lo proietta in prima linea allo start della finalissima. Pagano si schiera al fianco del leader precedendo il sudafricano Stuart e l’italiano Giardelli. Appare chiaro che questo poker di piloti ha le maggiori chance di giocarsi il titolo Junior Rok.
La finalissima della Junior verrà ricordata come la gara con l’arrivo più spettacolare, incerto e pirotecnico, con il vincitore, Carenini, che taglia il traguardo completamente di traverso, stretto nella morsa tra Stuart e Pagano.
Prima dell’indimenticabile volata finale, la gara riserva un crescendo di emozioni degno di una gara di grande rilievo e di piloti di alto livello, quale i Rokker sono. Pagano al secondo giro infila Carenini e tenta la fuga, portandosi dietro White, Abrusci, Giardelli e lo stesso Carenini.
Al decimo giro, dopo una fase a favore del leader Pagano, gli inseguitori riescono a coordinarsi, non si infastidiscono e colmano il gap che li separa dal leader. Gli ultimi giri sono formidabili con Pagano, White e Carenini che, incollati l’uno all’altro, si studiano per sfruttare l’attimo propizio. Abrusci e Giardelli seguono il terzetto di testa, speranzosi di poter piazzare il colpo vincente.
La volata finale catalizza tutte le attenzioni, Pagano, White e Carenini tagliano in quest’ordine il traguardo del penultimo giro, iniziando una bagarre mozzafiato già alle curve della “chiocciola”. White e Carenini si scambiano alcune volte la posizione e Pagano sembra al sicuro, ma negli ultimi duecento metri gli inseguitori piombano sul leader, impostano meglio l’ultima curva e si catapultano verso la vittoria. A pochi metri dal traguardo i tre, affiancati, si chiudono in una morsa, sgomitano, spingono sul gas e non mollano un centimetro. Carenini, al centro, vola di traverso e tutti e tre carambolano sotto la bandiera a scacchi, con il computer dei crono che sancisce il responso ufficiale. Carenini è campione davanti a White e Pagano.
ROK. CONTRO SZYSZKO NON C’E’ STORIA.
Sin dalle qualifiche appare chiaro a tutti che Szymon Szyszko è l’uomo da battere nella Rok. Il giovane polacco vola sul fondo bagnato e fa altrettanto durante le heats, vincendone tre su tre.
Yoshindo Baumgartner (SUI) è sempre veloce, vince una heat e nelle altre tiene testa a Szyszko, candidandosi a contendere il numero uno per il titolo.
Il sudafricano Jonathan Aberdein vince una heat, così come l’italiano Alessio Baldi, e si guadagna la seconda fila in pre finale. Terzo è l’irlandese John Norris che precede la coppia di giovani italiani composta da Baldi e Matteo Chiari. Michael Mueller (SUI) e Angelo Cutrupi (ITA), completano la terza fila.
In pre finale il solito Szyszko domina davanti a Norris e Aberdein. Più staccati chiudono Baldi ed il rimontante Lodovico Laurini (ITA). La pre finale sancisce l’out di un possibile protagonista, Baumgartner, il quale perde posizioni nella bagarre che segue i primissimi e viene relegato al dodicesimo posto.
Allo start della finale inizia l’assolo di Szymon Szyszko che pare mettere in pratica nel migliore dei modi i consigli dell’amico, Campione del Mondo, Karol Basz, sempre presente al suo fianco.
Provano ad inseguire l’imprendibile Szyszko, Aberdein e Norris, ma ben presto (3° giro) il sudafricano viene passato dall’irlandese Norris e si vede piombare addosso il gruppone degli inseguitori, composto da Baldi, Laurini, Alessandro Di Cori (ITA), Mueller, Giuseppe Gaglianò (ITA), Alessandro Trombelli (ITA), Cristian Comanducci (ITA), Leonardo Pelosi (ITA), Cutrupi, Chiari, Manuel Gritti (ITA), Luca Clerici (ITA), Paolo Baselli (ITA) e Igor Lejko (POL), Riccardo Florindo (ITA), Cristiano Colafrancesco (ITA) e dalla furia Daniele Barbero.
I primi due scappano solitari e distanti l’uno dall’altro mentre la bagarre per il podio è incredibile. Ben diciassette piloti girano inchiodati l’uno all’altro, difendendosi e attaccando contemporaneamente. La situazione infuocata di questo blocco di Rokker si incendia al dodicesimo passaggio quando un contatto al tornante dei meccanici tra Comanducci e Florindo, provoca una perdita di acqua dal radiatore del primo. Sull’asfalto scivoloso cadono alcuni protagonisti, quali Baldi e Colafrancesco.
La lotta, giro dopo giro, è sempre più dura e spettacolare, Barbero è irresistibile e al quindicesimo giro completa il suo capolavoro (19 posizioni recuperate), prendendosi il podio dietro Szyszko e Norris.
Il sudafricano Aberdein sul finale non riesce a contenere Laurini e Muller, che passano e conquistano, rispettivamente, il quarto e quinto posto.
Il best lap della corsa lo sigla l’élite 30 Paolo Baselli (ITA), rientrato in forma smagliante dopo una stagione di stop.
Gli ultimi giri della gara sono una parata per il giovane polacco Szymon Szyszko che chiude la gara con un margine consistente sul veloce ed esperto Norris.
SUPER ROK. ALBANESE PIEGA STICHT E FA IL BIS
In qualifica il primo acuto lo piazza il tedesco Josep Seppi Sticht, ma la gioia per la pole è gelata in sede di verifica con la retrocessione in ultima posizione. Così il campione in carica Riccardo Cinti (ITA) si prende la pole davanti al campione Rok Danilo Albanese (ITA), a Lorenzo Travisanutto (ITA) e Dominik Weibel (CHE).
Nelle heats emerge Stefano Villa Zanotti (ITA), con due belle vittorie il giovane precede Cinti, autore di un successo, Albanese e lo statunitense Ryan Norberg.
Già al termine delle heats si registrano alcune rimonte interessanti, quali quelle di Kyle Kirkwood (USA), da ventiquattresimo a nono, Fabrizio Boldoni (ITA), da venticinquesimo a dodicesimo, e Ondrej Kocka (CZE), da trentunesimo a diciassettesimo.
Ancor più poderosi sono i recuperi messe in atto da Cosimo Durante (ITA) e Michele Imberti (ITA), capaci di prendersi più di venti posizioni. Ma la rimonta che esalta tutto il paddock è quella che mette a segno il tosto teutonico Josep Seppi Sticht che da ultimo (cinquantaduesimo) chiude le heats undicesimo, recuperando quaranta posizioni!
In pre finale si perde subito, purtroppo, un probabile protagonista, Villa Zanotti, che finisce out dopo due tornate. Durante domina tutta la gara e non si fa sorprendere neanche al re-start, dopo uno “slow”, dal temibile Sticht. Albanese, Norberg, Cinti e Travisanutto completano le prime tre file.
Dopo quanto fatto vedere nelle heats e in pre finale, tutti gli occhi sono puntati su Sticht al via della finalissima. Durante non si lascia intimidire e prende il comando staccando Albanese, passato secondo, e Sticht.
Dal centro del gruppo emerge come una furia Michele Imberti (ITA) che si libera velocemente di avversari del calibro di Norberg, Daniele Bartoletti (ITA), Mattia D’Abramo (ITA), Alessandro Vantini (ITA) e Travisanutto, mettendosi all’inseguimento dei leaders.
Al sesto giro Durante è costretto al ritiro e la corsa perde un altro pretendente al titolo, così in testa alla gara si trovano appaiati e solitari Albanese e Sticht.
Quando la rimonta di Imberti entra nel vivo e tutti si pregustano una battaglia a tre per il titolo Internazionale Super Rok, il giovane italiano si ferma, lasciando campo libero a Albanese e Sticht.
I colpi di scena non sono finiti perché mentre i due bravissimi primi attori affilano le armi e si scambiano la leadership della gara, viene esposto il cartello “347 - 3”. A Sticht vengono assegnati tre secondi di penalità per un’infrazione in partenza.
Il titolo prende a questo punto la direzione di Danilo Albanese, che controlla l’avversario, non lo attacca e si porta a casa il secondo alloro internazionale Rok consecutivo, davanti ad un altro bi campione, Vantini. Terzo chiude Travisanutto, davanti all’eroe del week end Seppi Sticht.
Con il bel successo conquistato Danilo Albanese è anche il secondo pilota nella storia della Rok Cup che vince due titoli in due differenti categorie, Rok e Super Rok. Quest’impresa era riuscita in passato soltanto al sudafricano Wesleigh Orr, anche lui re della Rok e della Super.
In una categoria esaltatasi per le mega rimonte, la palma del maggior numero di sorpassi in finale se l’aggiudica lady Tanja Muller, che chiude al settimo posto, dopo aver piazzato ventiquattro sorpassi ed il best lap della finalissima.
SHIFTER. POLLINI UN RULLO COMPRESSORE
Paolo Bonetti (ITA) si prende la pole in qualifica in virtù del fatto che il suo gruppo scende in pista con le slick, a dispetto di quanto fa il primo gruppo, costretto a disputare la sessione con pista bagnata e gomme rain. E’ Giacomo Pollini il più veloce del primo gruppo e va ad affiancare il rivale Bonetti in prima fila.
Nelle heats Pollini centra due vittorie su due gare ed è leader della griglia della pre finale davanti all’americano Austin Garrison.
Federico Squaranti (ITA) e Alessandro Buran (ITA), precedono Bonetti, l’inglese Jaime Rush e Mattia Lugli (ITA).
In pre finale Pollini è veloce e imprendibile, mentre alle sue spalle Buran lotta e ha la meglio su un tenace avversario come Federico Squaranti. Bonetti chiude quarto davanti all’ottimo statunitense Austin, mentre il campione in carica, Gianmarco Ercoli (ITA), se pur molto veloce, non riesce a riemergere dal centro del gruppo.
In finale Pollini compie un assolo perfetto, scatta velocissimo e conduce indisturbato per tutti i venti giri di gara. La bagarre alle spalle del primo è vivace e vede finire out Squaranti già al quarto giro. Bonetti e Buran si agganciano al settimo passaggio, mentre si contendono la seconda posizione e ripartono oramai fuori dai giochi.
Alla distanza Mattia Vita (ITA) recupera con determinazione e nemmeno l’ottimo Lugli riesce a sbarrargli la strada per la conquista della piazza d’onore. A sua volta Lugli non ha problemi a controllare Austin e Nathan Parkins (SZA) per la conquista del terzo gradino del podio.
Andrea Tonoli (ITA) vince la speciale classifica riservata ai piloti élite 30, chiudendo con l’ottavo posto assoluto ed Ercoli lascia e cede lo scettro di campione conquistando il best lap della finalissima.
MINI ROK. MARSEGLIA O MICHELOTTO?
Per sfoltire l’interminabile gruppo di oltre 120 Mini Rok servono ben sei heats per ciascuno dei due gironi in cui sono divisi gli scatenati Mini Rokker.
Al termine della prima fase si presentano al comando del primo gruppo Mattia Michelotto (ITA) e Leonardo Marseglia (ITA) vincitori, rispettivamente, di tre e due heats. Una heats va al sudafricano Saood Variawa.
Le heats della serie 2 vedono un maggiore equilibrio con una vittoria a testa per Timotheos Dimitriou (GRE), Carlton Crawford (USA), Luca Giardelli (ITA), Francesco Pizzi (ITA), Leandro Anderruti (SUI), Gustas Grinbergas (NOR).
In pre finale la lotta si fa serrata e sono in cinque a mostrare di avere un passo superiore al resto del plotone, Marseglia, Jakub Szablewski (POL), Dimitriou e Giardelli, che chiudono in quest’ordine. Michelotto resta attardato soltanto in seguito ad un contatto avvenuto in bagarre e conclude ottavo, ma mostra di poter puntare al gradino più alto.
La finalissima si svolge con un confronto ravvicinato tra Marseglia e Michelotto che si arroventa sul finale. Marseglia dopo aver condotto tutta la gara subisce un contatto all’undicesimo giro da parte di Michelotto. Quest’ultimo vince ma viene penalizzato per il contatto causato al decimo giro. La vittoria va a Marseglia, che ha subito il contatto, ma l’appello presentato dal concorrente di Michelotto pone la classifica sub judice, con il titolo che verrà assegnato dopo che l’autorità sportiva si sarà espressa.
OTK M&C
Quattro strepitosi campioni che hanno avuto la meglio su 350 Campionissimi Rok, accorsi da 35 paesi e 5 continenti, per puntare ai titoli che più contano al mondo per ogni Rokker.
La settimana della Rok Final, che ha nel circuito South Garda di Lonato (Italia) la sua location perfetta, si è svolta all’insegna del sano e gioioso spirito sportivo. La tensione è salita con un perfetto crescendo, sino a raggiugere il culmine più alto nel corso delle finalissime del sabato pomeriggio ed è scesa nuovamente per il Rok Party, nel corso del quale si sono svolte le premiazioni.
I CAMPIONI SCELGONO I CAMPIONI ROK.
Nel brulicante paddock della Rok Final non sono mancati campionissimi del volante, disponibili a firmare autografi, rilasciare interviste e seguire lo spettacolo fuori e dentro il tracciato. Hanno stretto mani e dato consigli, gli assi del calibro di Ralf Schumacher (pilota F1 e DTM), Jarno Trulli (pilota F1 e Campione del Mondo ed Europeo Karting), Giorgio Pantano (pilota F1 e IndyCar), P.J. Jones (pilota NASCAR, IndyCar, Daytona Prototipe), Alessandro Piccini (Campione del Mondo ed Europeo Karting), Johnny Mislijevic (Campione del Mondo ed Europeo Karting), Marco Ardigò (Campione del Mondo ed Europeo Karting) e Karol Basz (Campione del Mondo Karting).
GARE
JUNIOR ROK. CARENINI DI TRAVERSO TRA WHITE E PAGANO.
Il campione Rok Italia Francesco Pagano (ITA) sigla subito la pole e riesce a spuntare la prima posizione al termine delle heats, con un successo e due piazzamenti all’attivo.
Danny Carenini (ITA), Nigel De Sanctis (ITA), Maciej Szyszko (POL) e Stuart White (ZAF) sono gli altri vincitori delle heats, con il futuro campione Carenini capace di imporsi due volte.
Al top non mancano Alessandro Giardelli (ITA), Nicola Abrusci (ITA), Skeed (ITA) ed il campione uscente Michal Kasiborski (POL).
In pre finale Carenini attende sino all’ultimo, lascia sfogare prima Pagano e, poi, Giardelli, prima di piazzare il sorpasso che lo proietta in prima linea allo start della finalissima. Pagano si schiera al fianco del leader precedendo il sudafricano Stuart e l’italiano Giardelli. Appare chiaro che questo poker di piloti ha le maggiori chance di giocarsi il titolo Junior Rok.
La finalissima della Junior verrà ricordata come la gara con l’arrivo più spettacolare, incerto e pirotecnico, con il vincitore, Carenini, che taglia il traguardo completamente di traverso, stretto nella morsa tra Stuart e Pagano.
Prima dell’indimenticabile volata finale, la gara riserva un crescendo di emozioni degno di una gara di grande rilievo e di piloti di alto livello, quale i Rokker sono. Pagano al secondo giro infila Carenini e tenta la fuga, portandosi dietro White, Abrusci, Giardelli e lo stesso Carenini.
Al decimo giro, dopo una fase a favore del leader Pagano, gli inseguitori riescono a coordinarsi, non si infastidiscono e colmano il gap che li separa dal leader. Gli ultimi giri sono formidabili con Pagano, White e Carenini che, incollati l’uno all’altro, si studiano per sfruttare l’attimo propizio. Abrusci e Giardelli seguono il terzetto di testa, speranzosi di poter piazzare il colpo vincente.
La volata finale catalizza tutte le attenzioni, Pagano, White e Carenini tagliano in quest’ordine il traguardo del penultimo giro, iniziando una bagarre mozzafiato già alle curve della “chiocciola”. White e Carenini si scambiano alcune volte la posizione e Pagano sembra al sicuro, ma negli ultimi duecento metri gli inseguitori piombano sul leader, impostano meglio l’ultima curva e si catapultano verso la vittoria. A pochi metri dal traguardo i tre, affiancati, si chiudono in una morsa, sgomitano, spingono sul gas e non mollano un centimetro. Carenini, al centro, vola di traverso e tutti e tre carambolano sotto la bandiera a scacchi, con il computer dei crono che sancisce il responso ufficiale. Carenini è campione davanti a White e Pagano.
ROK. CONTRO SZYSZKO NON C’E’ STORIA.
Sin dalle qualifiche appare chiaro a tutti che Szymon Szyszko è l’uomo da battere nella Rok. Il giovane polacco vola sul fondo bagnato e fa altrettanto durante le heats, vincendone tre su tre.
Yoshindo Baumgartner (SUI) è sempre veloce, vince una heat e nelle altre tiene testa a Szyszko, candidandosi a contendere il numero uno per il titolo.
Il sudafricano Jonathan Aberdein vince una heat, così come l’italiano Alessio Baldi, e si guadagna la seconda fila in pre finale. Terzo è l’irlandese John Norris che precede la coppia di giovani italiani composta da Baldi e Matteo Chiari. Michael Mueller (SUI) e Angelo Cutrupi (ITA), completano la terza fila.
In pre finale il solito Szyszko domina davanti a Norris e Aberdein. Più staccati chiudono Baldi ed il rimontante Lodovico Laurini (ITA). La pre finale sancisce l’out di un possibile protagonista, Baumgartner, il quale perde posizioni nella bagarre che segue i primissimi e viene relegato al dodicesimo posto.
Allo start della finale inizia l’assolo di Szymon Szyszko che pare mettere in pratica nel migliore dei modi i consigli dell’amico, Campione del Mondo, Karol Basz, sempre presente al suo fianco.
Provano ad inseguire l’imprendibile Szyszko, Aberdein e Norris, ma ben presto (3° giro) il sudafricano viene passato dall’irlandese Norris e si vede piombare addosso il gruppone degli inseguitori, composto da Baldi, Laurini, Alessandro Di Cori (ITA), Mueller, Giuseppe Gaglianò (ITA), Alessandro Trombelli (ITA), Cristian Comanducci (ITA), Leonardo Pelosi (ITA), Cutrupi, Chiari, Manuel Gritti (ITA), Luca Clerici (ITA), Paolo Baselli (ITA) e Igor Lejko (POL), Riccardo Florindo (ITA), Cristiano Colafrancesco (ITA) e dalla furia Daniele Barbero.
I primi due scappano solitari e distanti l’uno dall’altro mentre la bagarre per il podio è incredibile. Ben diciassette piloti girano inchiodati l’uno all’altro, difendendosi e attaccando contemporaneamente. La situazione infuocata di questo blocco di Rokker si incendia al dodicesimo passaggio quando un contatto al tornante dei meccanici tra Comanducci e Florindo, provoca una perdita di acqua dal radiatore del primo. Sull’asfalto scivoloso cadono alcuni protagonisti, quali Baldi e Colafrancesco.
La lotta, giro dopo giro, è sempre più dura e spettacolare, Barbero è irresistibile e al quindicesimo giro completa il suo capolavoro (19 posizioni recuperate), prendendosi il podio dietro Szyszko e Norris.
Il sudafricano Aberdein sul finale non riesce a contenere Laurini e Muller, che passano e conquistano, rispettivamente, il quarto e quinto posto.
Il best lap della corsa lo sigla l’élite 30 Paolo Baselli (ITA), rientrato in forma smagliante dopo una stagione di stop.
Gli ultimi giri della gara sono una parata per il giovane polacco Szymon Szyszko che chiude la gara con un margine consistente sul veloce ed esperto Norris.
SUPER ROK. ALBANESE PIEGA STICHT E FA IL BIS
In qualifica il primo acuto lo piazza il tedesco Josep Seppi Sticht, ma la gioia per la pole è gelata in sede di verifica con la retrocessione in ultima posizione. Così il campione in carica Riccardo Cinti (ITA) si prende la pole davanti al campione Rok Danilo Albanese (ITA), a Lorenzo Travisanutto (ITA) e Dominik Weibel (CHE).
Nelle heats emerge Stefano Villa Zanotti (ITA), con due belle vittorie il giovane precede Cinti, autore di un successo, Albanese e lo statunitense Ryan Norberg.
Già al termine delle heats si registrano alcune rimonte interessanti, quali quelle di Kyle Kirkwood (USA), da ventiquattresimo a nono, Fabrizio Boldoni (ITA), da venticinquesimo a dodicesimo, e Ondrej Kocka (CZE), da trentunesimo a diciassettesimo.
Ancor più poderosi sono i recuperi messe in atto da Cosimo Durante (ITA) e Michele Imberti (ITA), capaci di prendersi più di venti posizioni. Ma la rimonta che esalta tutto il paddock è quella che mette a segno il tosto teutonico Josep Seppi Sticht che da ultimo (cinquantaduesimo) chiude le heats undicesimo, recuperando quaranta posizioni!
In pre finale si perde subito, purtroppo, un probabile protagonista, Villa Zanotti, che finisce out dopo due tornate. Durante domina tutta la gara e non si fa sorprendere neanche al re-start, dopo uno “slow”, dal temibile Sticht. Albanese, Norberg, Cinti e Travisanutto completano le prime tre file.
Dopo quanto fatto vedere nelle heats e in pre finale, tutti gli occhi sono puntati su Sticht al via della finalissima. Durante non si lascia intimidire e prende il comando staccando Albanese, passato secondo, e Sticht.
Dal centro del gruppo emerge come una furia Michele Imberti (ITA) che si libera velocemente di avversari del calibro di Norberg, Daniele Bartoletti (ITA), Mattia D’Abramo (ITA), Alessandro Vantini (ITA) e Travisanutto, mettendosi all’inseguimento dei leaders.
Al sesto giro Durante è costretto al ritiro e la corsa perde un altro pretendente al titolo, così in testa alla gara si trovano appaiati e solitari Albanese e Sticht.
Quando la rimonta di Imberti entra nel vivo e tutti si pregustano una battaglia a tre per il titolo Internazionale Super Rok, il giovane italiano si ferma, lasciando campo libero a Albanese e Sticht.
I colpi di scena non sono finiti perché mentre i due bravissimi primi attori affilano le armi e si scambiano la leadership della gara, viene esposto il cartello “347 - 3”. A Sticht vengono assegnati tre secondi di penalità per un’infrazione in partenza.
Il titolo prende a questo punto la direzione di Danilo Albanese, che controlla l’avversario, non lo attacca e si porta a casa il secondo alloro internazionale Rok consecutivo, davanti ad un altro bi campione, Vantini. Terzo chiude Travisanutto, davanti all’eroe del week end Seppi Sticht.
Con il bel successo conquistato Danilo Albanese è anche il secondo pilota nella storia della Rok Cup che vince due titoli in due differenti categorie, Rok e Super Rok. Quest’impresa era riuscita in passato soltanto al sudafricano Wesleigh Orr, anche lui re della Rok e della Super.
In una categoria esaltatasi per le mega rimonte, la palma del maggior numero di sorpassi in finale se l’aggiudica lady Tanja Muller, che chiude al settimo posto, dopo aver piazzato ventiquattro sorpassi ed il best lap della finalissima.
SHIFTER. POLLINI UN RULLO COMPRESSORE
Paolo Bonetti (ITA) si prende la pole in qualifica in virtù del fatto che il suo gruppo scende in pista con le slick, a dispetto di quanto fa il primo gruppo, costretto a disputare la sessione con pista bagnata e gomme rain. E’ Giacomo Pollini il più veloce del primo gruppo e va ad affiancare il rivale Bonetti in prima fila.
Nelle heats Pollini centra due vittorie su due gare ed è leader della griglia della pre finale davanti all’americano Austin Garrison.
Federico Squaranti (ITA) e Alessandro Buran (ITA), precedono Bonetti, l’inglese Jaime Rush e Mattia Lugli (ITA).
In pre finale Pollini è veloce e imprendibile, mentre alle sue spalle Buran lotta e ha la meglio su un tenace avversario come Federico Squaranti. Bonetti chiude quarto davanti all’ottimo statunitense Austin, mentre il campione in carica, Gianmarco Ercoli (ITA), se pur molto veloce, non riesce a riemergere dal centro del gruppo.
In finale Pollini compie un assolo perfetto, scatta velocissimo e conduce indisturbato per tutti i venti giri di gara. La bagarre alle spalle del primo è vivace e vede finire out Squaranti già al quarto giro. Bonetti e Buran si agganciano al settimo passaggio, mentre si contendono la seconda posizione e ripartono oramai fuori dai giochi.
Alla distanza Mattia Vita (ITA) recupera con determinazione e nemmeno l’ottimo Lugli riesce a sbarrargli la strada per la conquista della piazza d’onore. A sua volta Lugli non ha problemi a controllare Austin e Nathan Parkins (SZA) per la conquista del terzo gradino del podio.
Andrea Tonoli (ITA) vince la speciale classifica riservata ai piloti élite 30, chiudendo con l’ottavo posto assoluto ed Ercoli lascia e cede lo scettro di campione conquistando il best lap della finalissima.
MINI ROK. MARSEGLIA O MICHELOTTO?
Per sfoltire l’interminabile gruppo di oltre 120 Mini Rok servono ben sei heats per ciascuno dei due gironi in cui sono divisi gli scatenati Mini Rokker.
Al termine della prima fase si presentano al comando del primo gruppo Mattia Michelotto (ITA) e Leonardo Marseglia (ITA) vincitori, rispettivamente, di tre e due heats. Una heats va al sudafricano Saood Variawa.
Le heats della serie 2 vedono un maggiore equilibrio con una vittoria a testa per Timotheos Dimitriou (GRE), Carlton Crawford (USA), Luca Giardelli (ITA), Francesco Pizzi (ITA), Leandro Anderruti (SUI), Gustas Grinbergas (NOR).
In pre finale la lotta si fa serrata e sono in cinque a mostrare di avere un passo superiore al resto del plotone, Marseglia, Jakub Szablewski (POL), Dimitriou e Giardelli, che chiudono in quest’ordine. Michelotto resta attardato soltanto in seguito ad un contatto avvenuto in bagarre e conclude ottavo, ma mostra di poter puntare al gradino più alto.
La finalissima si svolge con un confronto ravvicinato tra Marseglia e Michelotto che si arroventa sul finale. Marseglia dopo aver condotto tutta la gara subisce un contatto all’undicesimo giro da parte di Michelotto. Quest’ultimo vince ma viene penalizzato per il contatto causato al decimo giro. La vittoria va a Marseglia, che ha subito il contatto, ma l’appello presentato dal concorrente di Michelotto pone la classifica sub judice, con il titolo che verrà assegnato dopo che l’autorità sportiva si sarà espressa.
OTK M&C
Download PDF: #81 ROK Cup International Final FINALI - ita.pdf |